ANTROPOLOGIA

Anno accademico 2016/2017 - 3° anno - Curriculum Curriculum L-39 e Curriculum Curriculum L-40
Docenti
  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA': Mara Benadusi
  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE: Mara Benadusi
Crediti: 6
SSD: M-DEA/01 - Discipline demoetnoantropologiche
Organizzazione didattica: 150 ore d'impegno totale, 102 di studio individuale, 48 di lezione frontale
Semestre:
ENGLISH VERSION

Obiettivi formativi

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'
    Scopo del modulo è di favorire l’acquisizione degli elementi basici dell’antropologia culturale, permettendo così allo studente di comprendere meglio alcuni dei fenomeni identitari e culturali più significativi delle società contemporanee: la migrazione, i conflitti etnici, i processi di patrimonializzazione. Le lezioni si prefiggono quindi l’obiettivo di facilitare l’acquisizione consapevole e critica di concetti quali: cultura, etnia, identità, alterità, etc.
  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE
    Scopo del modulo è di favorire un approccio critico, problematizzante e articolato ai metodi in uso nella ricerca antropologica, presentando i rudimenti dell’analisi etnografica sul campo attraverso ricerche empiriche e la sperimentazione diretta di alcune tecniche di indagine.

Prerequisiti richiesti

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    Nessuno.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    Nessuno.


Frequenza lezioni

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    La frequenza delle lezioni non è obbligatoria, ma è un requisito indispensabile per la partecipazione alle prove in itinere.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    La frequenza delle lezioni non è obbligatoria, ma è un requisito indispensibile per l'accesso alle prove intermedie.


Contenuti del corso

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    Il modulo tratterà i fondamenti dell’antropologia culturale, introducendo gli studenti a una delle scienze sociali più utili e affascinanti per leggere la nostra cotemporaneità L'antropologia aiuta infatti a rispondere a domande cruciali sulla propria e le altrui società, sui dislivelli di potere che ne strutturano le relazioni interne ed esterne, sulle possibilità di dialogo tra culture, sui processi di reificazione delle stesse, sui conflitti interetenici e religiosi. Con taglio critico-applicativo si approfondirà la genesi del pensiero antropologico e i suoi principali oggetti d’indagine, saranno quindi illustrate alcuni scuole di pensiero sia calssiche sia recenti, ricorrendo ogni volta a esemplificazioni etnografiche e appropriate contestualizzazioni storico-culturali.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    Il modulo darà rilievo agli aspetti metodologici della ricerca sul campo: la questione delle fonti, le politiche dell’identità, i paradossi dell’osservazione partecipante, i nuovi tentativi di sperimentazione etnografica, le posture dell’antropologo sul campo e le retoriche sottese alla costruzione del testo etnografico. Prendendo spunto dall’analisi di alcuni saggi e di una monografia antropologica, e grazie a brevi sessioni di ricerca diretta sul campo, gli studenti saranno sollecitati a problematizzare i contenuti acquisiti nella prima parte del corso, identificando quali sono le peculiarità teoriche e metodologiche dei lavori empirici svolti o presi in esame.


Testi di riferimento

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    Mariano Pavanello, Fare antropologia. Metodi per la ricerca etnografica, Zanichelli, Milano, 2010

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    • Mara Benadusi, Il Segreto di Cybernella. Governance dell’accoglienza e pratiche locali di integrazione educativa, Eunoedizioni, 2012;
    • Un saggio a scelta da: Francesca Cappelletto (a cura di), Vivere l’etnografia, SEID, Firenze, 2009 (possibili saggi alternativi potranno essere concordati con la docente nel corso delle lezioni)


Verifica dell'apprendimento

Modalità di verifica dell'apprendimento

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    L'esame sarà orale. Si ricorrerà a un esame scritto solo in caso di appelli di esame particolarmente numerosi, nel qual caso gli studenti saranno avvisati in tempo.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    L'esame finale sarà orale.


Esempi di domande e/o esercizi frequenti

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    Lo studente sarà invitato a riflettere su problemi, concetti e metodi della ricerca antropologica. Nella valutazione si darà particolare rilievo alla capacità argomentativa e alla capacità di connettere gli aspetti teorici della disciplina con quelli empririci, attarverso un'adeguata esemplificazione etnografica. Il dibattito intorno al concetto di cultura, i processi di etnicizzazione, l'osservazione partecipante e i suoi paradossi, la dialattica tra evoluzione e diffusione, tra etnocentrismo e relativismo, l'antropologia interpretativa, sono solo alcuni dei possibili temi su cui potrà vertere la discussione in sede di esame.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    Domande guida per prepararsi alla prova su "Il Segreto di Cybernella":

    DOMANDA 1
    Qual è la cornice politico-istituzionale che fa da sfondo alle vicende narrate nell’etnografia? E come è cambiata questa cornice nel corso degli anni, fino al momento della stesura del testo? In particolare quali sono gli orientamenti politici che guidano le istituzioni quando si confrontano con il tema dell'integrazione degli alunni di origine straniera nei due diversi momenti, quello della ricerca e quello della stesura del libro?

    DOMANDA 2
    Cosa significa intercultura? Quali sono i punti di forza che derivano da un approccio interculturale e quali invece le sue criticità, a partire da quanto è esposto nell’etnografia? Indicate con chiarezza anche quali sono le ragioni che spingono l'autrice a nutrire dubbi circa la positività dell’approccio interculturale per come viene adottato nella scuola italiana e mettete in luce come secondo voi l'antropologia potrebbe contribuire a risolverli. Approfondimenti di carattere teorico e empirico sono ben graditi, purché strettamente connessi alla tematica.

    DOMANDA 3
    Quali sono gli approcci teorici che ispirano il lavoro etnografico? Come questi vengono combinati tra loro dall’autrice? Da quali teorie si discosta e quali invece fa proprie? Il candidato/a cerchi di ripercorrere le pagine della monografia per individuare tutti gli autori e i concetti teorici che vengono richiamati nel testo. Approfondimenti sui singoli approcci saranno ben graditi. Potete anche consultare il libro “La scuola in pratica” (Mara Benadusi).

    DOMANDA 4
    Nel tessuto sociale della scuola presa in esame come gli adulti si rapportano ai bambini e al mondo dell’infanzia? Quali sono le idee di infanzia che emergono dalla ricerca? In altri termini come gli insegnanti e gli altri attori della scuola immaginano l’“universo-bambino” e lo rappresentano? Il candidato/a rifletta su quali sono i momenti di interazione in cui queste diverse rappresentazioni dell’infanzia si manifestano più chiaramente nel testo, e anche in quali momenti esse entrano più evidentemente in collisione o vengono messe in discussione da comportamenti inaspettati dei bambini.

    DOMANDA 5
    Nella scuola presa in esame c’è un ampio coinvolgimento di bambini rom. Quali problematiche vi sembrano caratterizzare di più il loro percorso di scolarizzazione? Quale clima educativo e strategie pedagogiche favoriscono una loro attiva inclusione nelle dinamiche della classe, almeno per quanto si evince dalla ricerca? Quali situazioni e approcci educativi invece contribuiscono ad escluderli o marginalizzarli dal resto del gruppo? Come le teorie sull’educazione dei bambini rom ci aiutano a comprendere meglio le performance scolastiche di questi alunni? Che ruolo hanno gli insegnanti in tutto questo?

    DOMANDA 6
    “Sono le sfumature di esperienza che rendono possibili le imprese e i testi etnografici, quelle sfumature di esperienza che riflettono la complessa soggettività dell’etnografo, la quale poi si riproduce regolarmente nella scrittura e nell’interpretazione dei testi etnografici” (Piasere, L’etnografo imperfetto, p.35). Facendo tesoro di questa considerazione, il candidato/a rifletta su come la particolare “curvatura dell’esperienza” dell’autrice ha influito sulla scrittura e l’interpretazione nella stesura del Segreto di Cybernella.

    DOMANDA 7
    L’etnografo negozia e rinegozia con i suoi interlocutori la sua posizione sul campo, cercando se possibile di creare uno “spazio condiviso” per l’interazione. Negoziare l’interazione significa negoziare l’accesso alle persone e ai loro spazi di “intimità culturale”. Come è avvenuto questo processo nel caso della ricerca presa in esame? Secondo quali modalità l’etnografa si è sforzata di negoziare il suo posizionamento nel contesto scolastico, entrando in relazione con i suoi differenti interlocutori? Quali sono state le metodologie utilizzate?

    DOMANDA 8
    Secondo Unni Wikan (1992) per assumere con coinvolgimento il mondo degli altri è importante che si attivi “risonanza” tra l’esperienza dell’etnografo e quella dei suoi testimoni sul campo. Questa capacità di risonanza, per essere completa, presuppone che non si tratti di un’esperienza unilaterale: deve valere per entrambi gli interlocutori, come se si sviluppasse un “sentire/pensare comune”. Quando questa circolazione di sentimento/pensiero nell’esperienza etnografica presa in esame si è realizzata con più compiutezza? E quando invece ritenete sia stata maggiormente difficile da raggiungere e perché?

    DOMANDA 9
    Nell’etnografia presa in esame si descrivono molti scambi comunicativi, tra bambini, tra insegnanti, tra alunni e insegnanti, e anche tra l’antropologa e questi diversi interlocutori. Provate a concentravi sugli scambi comunicativi che vi sembrano più interessanti, ponendovi domande di questo tipo: quali strategie comunicative vediamo in azione? In che modo i soggetti che partecipano alla comunicazione usano il linguaggio nell’interazione, e che effetto hanno le loro scelte o strategie linguistiche sulle dinamiche di gruppo? Quali concetti antropologici e socio-linguistici vengono usati dall’antropologa per spiegare queste situazioni?

    DOMANDA 10
    Nel libro vediamo richiamare spesso, dagli attori della scuola, la questione del razzismo. Come viene utilizzata questa categoria? Quali meccanismi si innescano quando si chiama in causa il razzismo per spiegare i comportamenti dei bambini a scuola? Quali sono le insidie e i dilemmi sottesi a questo tipo di dinamica? A chi in genere viene addossata la responsabilità di mettere in atto spiegazioni o comportamenti razzistici o discriminatori? E quali sono le conseguenze di questo atto di attribuzione di colpa? Approfondimenti sia teorici che metodologici saranno ben graditi.

    DOMANDA 11
    Nel libro, compaiono vari attori che ruotano intorno al mondo della scuola o ne sono protagonisti primari: insegnanti, dirigenti scolastici, assistenti sociali, educatori, famiglie, etc. Il candidato/a provi a riflettere sui diversi posizionamenti - etico-valoriali, politici e identitari - che questi attori incarnano. Nel farlo cercate di riferirvi alle storie professionali di ciascuno, alle loro azioni e anche alle parole che usano per esprimersi. Quindi riflettete su quali immagini della scuola e del suo “mandato interculturale” derivano da questi diversi posizionamenti.

     

    GUIDA ALLE PROVE SUL SAGGIO A SCELTA IN "VIVERE L'ETNOGRAFIA"

    La prova in itinere in aula sarà un'esercitazione e si svolgerà secondo le seguenti regole:

    1. Ogni gruppo avrà a disposizione al massimo 30 minuti per la presentazione;
    2. Non si tratta di una spartizione dei diversi pezzi del saggio tra i vari partecipanti al gruppo (del tipo: “ognuno si legge e ripete la sua parte”), ma di un lavoro cooperativo. Il che vuol dire che ciascuno dovrà leggere l’intero saggio e poi concordare insieme agli altri, nel corso degli appuntamenti di lavoro che precederanno la presentazione, le modalità per relazionare;
    3. Decidete prima che “taglio” dare alla relazione e concordate con me gli approfondimenti che volete fare: cosa si vuole far emergere dalla lettura del saggio? Quali sono gli approfondimenti teorici ed empirici che possono aiutarvi nell'esposizione? Si può provare a sperimentare sul campo quanto si evince dal saggio? Come?;
    4. Non immaginate una presentazione classica nel corso della quale sintetizzare - come a scuola - i contenuti letti, leggendo dai power point che avete preparato. Si tratta di un lavoro creativo e collettivo in cui vi dovete cimentare con intelligenza. Fatevi catturare da ciò che del testo vi ha affascinato di più (o di meno), provate a fare collegamenti tra quanto letto e le vostre esperienze di vita, di studio e di ricerca, e soprattutto…
    5. Sforzatevi di parlare ai vostri colleghi, non solo a me. Sono loro che devono capire, incuriosirsi, volerne sapere di più. Suscitate il loro interesse e cercate di stimolare il dibattito;
    6. Tenete conto che l’efficacia di ciascun gruppo sarà valutata anche in funzione dell’interesse sollevato in chi vi ascolta, ovvero in base alla vivacità del dibattito che seguirà la presentazione.
    7. State serene/i perché sarà comunque un’esperienza formativa. Non avrò un atteggiamento teso a pesare l’acquisizione e l’approfondimento delle singole conoscenze disciplinari, come in sede di esame. Mi limiterò a supportarvi, a dare consigli, a individuare i punti di miglioramento. Non abbiate paura se alcune cose sono risultate poco chiare nella lettura, esprimetelo apertamente.
    8. Ascoltate con attenzione anche le relazioni degli altri. La partecipazione al dibattito sarà infatti un elemento chiave dell’esercitazione. Abituatevi a fare domande senza timore.
    9. La frequenza è obbligatoria per poter partecipare alla prova.

    Per chi non parteciperà alla prova in itinere, i contenuti del saggio a scelta saranno esposti individualmente nel corso dell'esame orale nei regolari appelli di esame.