ANTROPOLOGIA

Anno accademico 2017/2018 - 3° anno
Docenti
  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA': Mara Benadusi
  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE: Mara Benadusi
Crediti: 6
SSD: M-DEA/01 - Discipline demoetnoantropologiche
Organizzazione didattica: 150 ore d'impegno totale, 102 di studio individuale, 48 di lezione frontale
Semestre:
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Prerequisiti richiesti

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    Nessuno

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

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Frequenza lezioni

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    La frequenza delle lezioni non è obbligatoria, ma è un requisito indispensabile per la partecipazione alle prove in itinere.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    La frequenza delle lezioni non è obbligatoria, ma è un requisito indispensabile per l'accesso alle prove intermedie.


Contenuti del corso

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    Scopo del modulo è favorire l’acquisizione degli elementi basici dell’antropologia culturale, permettendo allo studente di comprendere meglio alcuni dei fenomeni identitari e culturali più significativi delle società contemporanee: l'integrazione culturale, la migrazione, i conflitti etnico-religiosi, i processi di aquisizione culturale, la risposta umana ai cambiamenti sociali e ambientali, i dislivelli di potere che strutturano le relazioni interne ed esterne ai gruppi. Le lezioni si prefiggono l’obiettivo di facilitare l’acquisizione consapevole e critica di concetti quali: cultura, etnia, identità, alterità, etnocentrismo, etc. In particolare il I° modulo analizzerà la genesi del pensiero antropologico. Ricorrendo ogni volta a esemplificazioni etnografiche, saranno esplorati i diversi contesti storici e culturali in cui ha preso vita la riflessione antropologica. Si prenderanno in esame alcuni autori (classici e contempornei), approfondendo letture brevi e intere monografie etnografiche.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    Scopo del modulo è di favorire un approccio critico-applicativo ai metodi in uso nella ricerca antropologica, presentando i rudimenti dell’analisi etnografica sul campo attraverso ricerche empiriche e la sperimentazione diretta di alcune tecniche di indagine. Il modulo darà rilievo ai seguenti aspetti: la questione delle fonti, le politiche dell’identità, i paradossi dell’osservazione partecipante, i nuovi tentativi di sperimentazione etnografica, le posture dell’antropologo sul campo e le retoriche sottese alla costruzione del testo etnografico. Prendendo spunto dall’analisi di alcuni saggi e grazie a brevi sessioni di ricerca diretta sul campo, gli studenti saranno sollecitati a problematizzare i contenuti acquisiti nella prima parte del corso, identificando quali sono le peculiarità teoriche e metodologiche dei lavori empirici svolti o presi in esame.


Testi di riferimento

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    1. Mariano Pavanello, Fare antropologia. Metodi per la ricerca etnografica, Zanichelli, Milano, 2010
    2. Dispense caricate su studium

    3. Un saggio a scelta tra:
    - Mara Benadusi, "Il Segreto di Cybernella. Governance dell’accoglienza e pratiche locali di integrazione educativa", Eunoedizioni, 2012;
    - Irene Falconieri, "Smottamenti. Disastri, politiche pubbliche e cambiamento sociale in un comune siciliano", SeID, 2017.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    1. Mariano Pavanello, Fare antropologia. Metodi per la ricerca etnografica, Zanichelli, Milano, 2010

    2. Un capitolo a scelta dal libro di Francesca Cappelletto (a cura di), "Vivere l’etnografia", SEID, Firenze, 2009
    (Possibili saggi alternativi potranno essere concordati con la docente nel corso delle lezioni e saranno comunque resi fruibili sulla piattaforma studium)


Programmazione del corso

FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'
 ArgomentiRiferimenti testi
1L'istituzionalizzazione dell'antropologiaPavanello, Fare l'antropologia 
2Il dibattito intorno al concetto di culturaPavanello, Fare l'antropologia 
3Metodo comparativo in antropologiaPavanello, Fare l'antropologia 
4L'antropologia tra realismo storico e comparativismoPavanello, Fare l'antropologia 
5L'evoluzionismo antropologicoPavanello, Fare l'antropologia 
6Franz Boas e il particolarismo storicoPavanello, Fare l'antropologia 
7Da Malinowski alla svolta riflessivaPavanello, Fare l'antropologia 
8Il dono da Mauss o al movimento antiutilitarista delle scienze socialiDispense 
9Margarete Mead: cultura, educazione, personalitàPavanello, Fare l'antropologia 
10Evans Pritchard e gli approcci dinamistiPavanello, Fare l'antropologia e dispense 
11Clifford Geertz e l'antropologia interpretativaPavanello, Fare l'antropologia 
12Ernesto De Martino e l'antropologia italianaDispense 
13Etnia, religione, conflitti: smontare le categorieDispense 
14Etnocentrismo, relativismo culturale ed etnocentrismo criticoPavanello, Fare l'antropologia e dispense 
15L'integrazione delle minoranze nel mondo della scuolaBenadusi, Il segreto di Cybernella 
16Disastri, rischi ambientali e cambiamento socialeFalconieri, Smottamenti 
METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE
 ArgomentiRiferimenti testi
1I fondamenti del metodo etnograficoPavanello, Fare l'antropologia 
2Ricerca sul campo e ricerca a tavolinoPavanello, Fare l'antropologia 
3Paradigma olistico e paradigma indiziarioPavanello, Fare l'antropologia 
4L'osservazione partecipante e i suoi paradossiPavanello, Fare l'antropologia 
5L'osservazione della partecipazionePavanello, Fare l'antropologia 
6Lo statuto del terreno antropologicoPavanello, Fare l'antropologia 
7La mediazione culturale e il ruolo dell'antropologo sul campoPavanello, Fare l'antropologia 
8Il concetto di iperluogoPavanello, Fare l'antropologia 
9Il non detto, il taciuto, il secretatoPavanello, Fare l'antropologia 
10L'organizzazione della ricerca entograficaPavanello, Fare l'antropologia 
11L'uso delle fonti in antropologiaPavanello, Fare l'antropologia 
12Fonti orali e storie di vitaPavanello, Fare l'antropologia 
13Ricerca applicata e impegno pubblicoPavanello, Fare l'antropologia 
14Sguardi, sperimentazioni, riflessioni metodologiche Cappelletto, Vivere l'etnografia 

Verifica dell'apprendimento

Modalità di verifica dell'apprendimento

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    L'esame sarà orale. Si ricorrerà a un esame scritto solo in caso di appelli di esame particolarmente numerosi, nel qual caso gli studenti saranno avvisati in tempo.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    L'esame sarà orale. Si ricorrerà a un esame scritto solo in caso di appelli di esame particolarmente numerosi, nel qual caso gli studenti saranno avvisati in tempo.


Esempi di domande e/o esercizi frequenti

  • FONDAMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE: LA DIFFICILE SFIDA DELLA DIVERSITA'

    Lo studente sarà invitato a riflettere su problemi, concetti e metodi della ricerca antropologica. Nella valutazione si darà particolare rilievo alla capacità argomentativa e alla capacità di connettere gli aspetti teorici della disciplina con quelli empririci, attarverso un'adeguata esemplificazione etnografica. Il dibattito intorno al concetto di cultura, i processi di etnicizzazione, l'osservazione partecipante e i suoi paradossi, la dialettica tra evoluzione e diffusione, tra etnocentrismo e relativismo, l'antropologia interpretativa, sono solo alcuni dei possibili temi su cui potrà vertere la discussione in sede di esame.

  • METODI DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA. LA PRATICA ETNOGRAFICA TRA IMPLICAZIONI TEORICHE E RICADUTE APPLICATIVE

    Domande guida per prepararsi alla prova su "Il Segreto di Cybernella":

    DOMANDA 1
    Qual è la cornice politico-istituzionale che fa da sfondo alle vicende narrate nell’etnografia? E come è cambiata questa cornice nel corso degli anni, fino al momento della stesura del testo? In particolare quali sono gli orientamenti politici che guidano le istituzioni quando si confrontano con il tema dell'integrazione degli alunni di origine straniera nei due diversi momenti, quello della ricerca e quello della stesura del libro?

    DOMANDA 2
    Cosa significa intercultura? Quali sono i punti di forza che derivano da un approccio interculturale e quali invece le sue criticità, a partire da quanto è esposto nell’etnografia? Indicate con chiarezza anche quali sono le ragioni che spingono l'autrice a nutrire dubbi circa la positività dell’approccio interculturale per come viene adottato nella scuola italiana e mettete in luce come secondo voi l'antropologia potrebbe contribuire a risolverli. Approfondimenti di carattere teorico e empirico sono ben graditi, purché strettamente connessi alla tematica.

    DOMANDA 3
    Quali sono gli approcci teorici che ispirano il lavoro etnografico? Come questi vengono combinati tra loro dall’autrice? Da quali teorie si discosta e quali invece fa proprie? Il candidato/a cerchi di ripercorrere le pagine della monografia per individuare tutti gli autori e i concetti teorici che vengono richiamati nel testo. Approfondimenti sui singoli approcci saranno ben graditi. Potete anche consultare il libro “La scuola in pratica” (Mara Benadusi).

    DOMANDA 4
    Nel tessuto sociale della scuola presa in esame come gli adulti si rapportano ai bambini e al mondo dell’infanzia? Quali sono le idee di infanzia che emergono dalla ricerca? In altri termini come gli insegnanti e gli altri attori della scuola immaginano l’“universo-bambino” e lo rappresentano? Il candidato/a rifletta su quali sono i momenti di interazione in cui queste diverse rappresentazioni dell’infanzia si manifestano più chiaramente nel testo, e anche in quali momenti esse entrano più evidentemente in collisione o vengono messe in discussione da comportamenti inaspettati dei bambini.

    DOMANDA 5
    Nella scuola presa in esame c’è un ampio coinvolgimento di bambini rom. Quali problematiche vi sembrano caratterizzare di più il loro percorso di scolarizzazione? Quale clima educativo e strategie pedagogiche favoriscono una loro attiva inclusione nelle dinamiche della classe, almeno per quanto si evince dalla ricerca? Quali situazioni e approcci educativi invece contribuiscono ad escluderli o marginalizzarli dal resto del gruppo? Come le teorie sull’educazione dei bambini rom ci aiutano a comprendere meglio le performance scolastiche di questi alunni? Che ruolo hanno gli insegnanti in tutto questo?

    DOMANDA 6
    “Sono le sfumature di esperienza che rendono possibili le imprese e i testi etnografici, quelle sfumature di esperienza che riflettono la complessa soggettività dell’etnografo, la quale poi si riproduce regolarmente nella scrittura e nell’interpretazione dei testi etnografici” (Piasere, L’etnografo imperfetto, p.35). Facendo tesoro di questa considerazione, il candidato/a rifletta su come la particolare “curvatura dell’esperienza” dell’autrice ha influito sulla scrittura e l’interpretazione nella stesura del Segreto di Cybernella.

    DOMANDA 7
    L’etnografo negozia e rinegozia con i suoi interlocutori la sua posizione sul campo, cercando se possibile di creare uno “spazio condiviso” per l’interazione. Negoziare l’interazione significa negoziare l’accesso alle persone e ai loro spazi di “intimità culturale”. Come è avvenuto questo processo nel caso della ricerca presa in esame? Secondo quali modalità l’etnografa si è sforzata di negoziare il suo posizionamento nel contesto scolastico, entrando in relazione con i suoi differenti interlocutori? Quali sono state le metodologie utilizzate?

    DOMANDA 8
    Secondo Unni Wikan (1992) per assumere con coinvolgimento il mondo degli altri è importante che si attivi “risonanza” tra l’esperienza dell’etnografo e quella dei suoi testimoni sul campo. Questa capacità di risonanza, per essere completa, presuppone che non si tratti di un’esperienza unilaterale: deve valere per entrambi gli interlocutori, come se si sviluppasse un “sentire/pensare comune”. Quando questa circolazione di sentimento/pensiero nell’esperienza etnografica presa in esame si è realizzata con più compiutezza? E quando invece ritenete sia stata maggiormente difficile da raggiungere e perché?

    DOMANDA 9
    Nell’etnografia presa in esame si descrivono molti scambi comunicativi, tra bambini, tra insegnanti, tra alunni e insegnanti, e anche tra l’antropologa e questi diversi interlocutori. Provate a concentravi sugli scambi comunicativi che vi sembrano più interessanti, ponendovi domande di questo tipo: quali strategie comunicative vediamo in azione? In che modo i soggetti che partecipano alla comunicazione usano il linguaggio nell’interazione, e che effetto hanno le loro scelte o strategie linguistiche sulle dinamiche di gruppo? Quali concetti antropologici e socio-linguistici vengono usati dall’antropologa per spiegare queste situazioni?

    DOMANDA 10
    Nel libro vediamo richiamare spesso, dagli attori della scuola, la questione del razzismo. Come viene utilizzata questa categoria? Quali meccanismi si innescano quando si chiama in causa il razzismo per spiegare i comportamenti dei bambini a scuola? Quali sono le insidie e i dilemmi sottesi a questo tipo di dinamica? A chi in genere viene addossata la responsabilità di mettere in atto spiegazioni o comportamenti razzistici o discriminatori? E quali sono le conseguenze di questo atto di attribuzione di colpa? Approfondimenti sia teorici che metodologici saranno ben graditi.

    DOMANDA 11
    Nel libro, compaiono vari attori che ruotano intorno al mondo della scuola o ne sono protagonisti primari: insegnanti, dirigenti scolastici, assistenti sociali, educatori, famiglie, etc. Il candidato/a provi a riflettere sui diversi posizionamenti - etico-valoriali, politici e identitari - che questi attori incarnano. Nel farlo cercate di riferirvi alle storie professionali di ciascuno, alle loro azioni e anche alle parole che usano per esprimersi. Quindi riflettete su quali immagini della scuola e del suo “mandato interculturale” derivano da questi diversi posizionamenti.

     

    GUIDA ALLE PROVE SUL SAGGIO A SCELTA IN "VIVERE L'ETNOGRAFIA"

    La prova in itinere in aula sarà un'esercitazione e si svolgerà secondo le seguenti regole:

    1. Ogni gruppo avrà a disposizione al massimo 30 minuti per la presentazione;
    2. Non si tratta di una spartizione dei diversi pezzi del saggio tra i vari partecipanti al gruppo (del tipo: “ognuno si legge e ripete la sua parte”), ma di un lavoro cooperativo. Il che vuol dire che ciascuno dovrà leggere l’intero saggio e poi concordare insieme agli altri, nel corso degli appuntamenti di lavoro che precederanno la presentazione, le modalità per relazionare;
    3. Decidete prima che “taglio” dare alla relazione e concordate con me gli approfondimenti che volete fare: cosa si vuole far emergere dalla lettura del saggio? Quali sono gli approfondimenti teorici ed empirici che possono aiutarvi nell'esposizione? Si può provare a sperimentare sul campo quanto si evince dal saggio? Come?;
    4. Non immaginate una presentazione classica nel corso della quale sintetizzare - come a scuola - i contenuti letti, leggendo dai power point che avete preparato. Si tratta di un lavoro creativo e collettivo in cui vi dovete cimentare con intelligenza. Fatevi catturare da ciò che del testo vi ha affascinato di più (o di meno), provate a fare collegamenti tra quanto letto e le vostre esperienze di vita, di studio e di ricerca, e soprattutto…
    5. Sforzatevi di parlare ai vostri colleghi, non solo a me. Sono loro che devono capire, incuriosirsi, volerne sapere di più. Suscitate il loro interesse e cercate di stimolare il dibattito;
    6. Tenete conto che l’efficacia di ciascun gruppo sarà valutata anche in funzione dell’interesse sollevato in chi vi ascolta, ovvero in base alla vivacità del dibattito che seguirà la presentazione.
    7. State serene/i perché sarà comunque un’esperienza formativa. Non avrò un atteggiamento teso a pesare l’acquisizione e l’approfondimento delle singole conoscenze disciplinari, come in sede di esame. Mi limiterò a supportarvi, a dare consigli, a individuare i punti di miglioramento. Non abbiate paura se alcune cose sono risultate poco chiare nella lettura, esprimetelo apertamente.
    8. Ascoltate con attenzione anche le relazioni degli altri. La partecipazione al dibattito sarà infatti un elemento chiave dell’esercitazione. Abituatevi a fare domande senza timore.

    Per chi non parteciperà alla prova in itinere, i contenuti del saggio a scelta saranno esposti individualmente nel corso dell'esame orale nei regolari appelli di esame.