Vincenzo Antonelli
Laureato in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha conseguito il Dottorato di ricerca in diritto amministrativo presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma.
Dall’aprile 2006 al marzo 2010 è stato assegnista di ricerca in Istituzioni di diritto pubblico presso la LUISS Guido Carli di Roma.
Dal 1° dicembre 2010 al 30 novembre 2016 è stato ricercatore a tempo determinato ex art. 1, comma 14, legge 4 novembre 2005, n. 230 nel settore scientifico-disciplinare IUS/10 – Diritto amministrativo presso il Dipartimento di Scienze politiche della LUISS “Guido Carli” di Roma.
Dal 1° giugno 2017 al 30 marzo 2022 è stato ricercatore a tempo determinato ex art. 24, comma 3, lettera A, della legge 30 dicembre 2010, n. 240 nel Settore scientifico-disciplinare IUS/10 – Diritto amministrativo presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Dal 31 marzo 2022 al 28 febbraio 2025 è stato professore associato di diritto amministrativo presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e di Economia dell’Università degli Studi dell’Aquila.
Insegna Legislazione in sanità pubblica presso la Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva della Facoltà di medicina e chirurgia ed European Health Law nell’ambito del dottorato di ricerca in Health system and service research dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, nonché Diritto regionale e degli enti locali presso il Dipartimento di Scienze politiche della LUISS “Guido Carli” di Roma.
Ha insegnato Diritto costituzionale comparato ed Introduzione al diritto presso la Facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana di Roma.
È componente del collegio docenti del dottorato di ricerca in Società in mutamento: politiche, diritti e sicurezza dell’Università degli Studi della Tuscia e del dottorato di ricerca in Health system and service research dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
È Vicedirettore del Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche "Vittorio Bachelet" presso la Luiss Guido Carli.
Avvocato, è componente della Corte federale d’Appello della Federazione Italiana Scherma.
È membro del Comitato scientifico del Centro studi e di formazione professionale in materia giuridica del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Catania per il triennio 2025/2027.
È membro del Comitato di ricerca del Centro interdisciplinare di studi sul diritto sanitario (CeSDirSan).
È membro della Società italiana di Diritto sanitario.
È socio dell’Istituto Italiano di Scienze Amministrative.
È componente del comitato di direzione e coordinatore della redazione della rivista scientifica Amministrazione in cammino, Rivista di diritto pubblico, di diritto dell’economia e di scienza dell’amministrazione, Luiss University Press, ISSN 2038-3711.
È componente del comitato di redazione della rivista scientifica Corti supreme e salute, ISSN 2611-8882.
È componente del Comitato scientifico e di valutazione della rivista scientifica elettronica Federalismi.it - Osservatorio di Diritto sanitario, ISSN 1826-3534.
È componente del comitato scientifico della Collana Tiresia - Future Studies and Law, Editoriale scientifica.
È componente del comitato scientifico della rivista Rivista di diritto ed economia dei comuni, ISSN 2974-9115.
È componente dell’editorial advisory board della rivista scientifica Polish Nursing, Polonia.
È coordinatore del comitato scientifico della Fondazione Sanità Responsabile.
È direttore del Master universitario di II livello in "Amministrazione e governo del territorio" presso la Luiss School of Government.
È componente del comitato ordinatore del Master universitario di II livello in Sanità e futuro: la sanità digitale in una società globale presso l’Università degli studi della Tuscia.
È componente del consiglio scientifico del Master universitario di II livello Diritto e gestione delle amministrazioni sanitarie presso l’Università degli studi della Campania – Luigi Vanvitelli.
È componente del comitato ordinatore del Master universitario di I livello “Dirigente della sicurezza urbana e contrasto alla violenza” presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata (FISPPA) dell’Università degli Studi di Padova
È componente delle Faculty del Master universitario di II livello " Diritto delle Pubbliche Amministrazioni" presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli studi di Catania e del Master universitario di II livello "Strategie di Organizzazione e Gestione Innovativa in Sanità - SOGIS" presso il Dipartimento di medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli studi di Catania.
È altresì componente della Faculty del Master universitario di II livello in “Competenze e servizi giudici in sanità” dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari in collaborazione con le Facoltà di Economia e di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e del Master universitario di I livello “Management per le funzioni di Coordinamento nell’Area delle professioni sanitarie”, UniCamillus — International Medical University di Roma.
Ha svolto docenze nell’ambito delle attività formative dell’Albo Nazionale dei Segretari comunali e provinciali del Ministero dell’Interno, della Scuola Nazionale dell’Amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale, dell’Istituto Regionale di Studi Giuridici del Lazio “Arturo Carlo Jemolo” di Roma, nonché della Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza de L'Aquila, del Comando dei Carabinieri per la tutela della salute.
Ha svolto attività di ricerca nell’ambito del Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale – Bando 2020 - Il diritto costituzionale della salute e dell'organizzazione sanitaria dopo l'emergenza della pandemia, del Programma di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale - Anno 2007 - Scienze giuridiche - Il federalismo come metodo di governo: le regole della democrazia deliberativa e partecipativa, del Programma di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale - Anno 2002 - Scienze giuridiche - La proporzionalità delle strutture istituzionali alla tutela e valorizzazione dei diritti individuali e sociali, del Programma di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale - Anno 2001 - Scienze giuridiche - Il diritto amministrativo dei paesi europei tra omogeneizzazione comunitaria e diversità culturali.
È stato esperto designato presso il Comitato delle Regioni, componente dell’Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, componente del Gruppo di studio per la modifica dell’ordinamento degli enti locali istituito dal Ministro dell’interno, componente del “Gruppo di studio sulle iniziative Antiracket e Antiusura”, istituito presso il Ministero dell’interno, componente del Gruppo di studio al fine di redigere norme modificative della legislazione vigente, in grado di rendere più efficaci e celeri le relative procedure di elargizione e di erogazione delle somme del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti, istituito con Decreto del Commissario straordinario del Governo, componente del Gruppo di lavoro per la Definizione dei framework delle competenze professionali del personale scolastico, istituito presso la Scuola di alta formazione dell’istruzione, Ministero dell’istruzione e del merito - Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, componente del Gruppo di lavoro di esperti nell’ambito dell’analisi di early assessment per la realizzazione di valutazioni HTA dello Screening Neonatale Esteso (SNE) presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), collaboratore della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana per la redazione della “Carta per i diritti delle persone anziane e i doveri della comunità” presso il Ministero della salute, componente del gruppo di lavoro scientifico-organizzativo per la realizzazione degli “Stati generali della professione medica e odontoiatrica del terzo millennio” istituito dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
Ha svolto attività di consulenza e di ricerca per rilevanti istituzioni pubbliche e private (Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, Camera dei Deputati, Ministero dell’Interno, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero della salute, ISTAT, Istituto superiore di Sanità, ANCI, UPI, Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale, Formez, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Centro di Ricerche e Studi in Management Sanitario (CERISMAS) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Luiss Guido Carli, Università degli studi della Tuscia, Università degli studi di Perugia, Comitato Nazionale per l’Assistenza Primaria di Confcooperative Sanità, Consiglio Nazionale dei Giovani, Associazione nazionale di categoria delle Imprese di Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, Cinecittà Holding, Fondazione Rosselli).
Ha organizzato molteplici momenti di approfondimento scientifico ed ha partecipato a numerosi convegni, seminari, incontri di studio nazionali ed internazionali.
Oltre a saggi su riviste scientifiche e a contributo in volumi collettanei, ha pubblicato le opere monografiche Contatto e rapporto nell’agire amministrativo (CEDAM Padova, 2007) e La sicurezza delle città tra diritti ed amministrazione (CEDAM Padova, 2018).
Ha curato, inoltre, i volumi (con B.G. Mattarella) Carlo Mosca Uomo della Costituzione (Napoli, 2024), (con G. C. De Martin – B. G. Mattarella) Il coordinamento amministrativo dopo Vittorio Bachelet (Roma, 2022), (con S. Manzin) Il contributo dei “privati” al finanziamento della sanità (Milano, 2015), (con E. D’Aristotele – C. Paolini), Guida 2012 per le autonomie locali (Bergamo, 2011), Il cantiere federale delle autonomie locali (Roma, 2010), (con E. D’Aristotele – C. Paolini) Governare le autonomie locali nella transizione federale (Bergamo, 2010), (con A. La Spina, I dirigenti pubblici e i nodi del cambiamento – Scenari e prospettive in Italia e in Europa (Roma, 2010), Città, Province, Regioni, Stato. I luoghi delle decisioni condivise (Roma, 2009), (con F. Clementi), Il governo locale nella transizione federale (Bergamo, 2009), Innovazione e competitività nella pubblica amministrazione (Roma, 2005), I sistemi di valutazione della dirigenza nelle pubbliche amministrazioni dello Stato (Roma, 2005).
Si comunica che nei giorni 29 ottobre, 4 novembre e 18 novembre le lezioni del corso di Diritto pubblico ed amministrativo L 39 - L 40 non si svolgeranno e saranno recuperate nei giorni 24 ottobre h 16-18, 30 ottobre h 16-18 e 13 novembre h 16-18.
Il 17 OTTOBRE 2025, ORE 8.30-10.00, in AULA CONFERENZE- SEDE DI VIA GRAVINA sarà presentato il libro “L’etica stanca” di Rocco D’Ambrosio, Studium, 2025.
Introduce e modera:
Prof. Vincenzo Antonelli (Ordinario di diritto amministrativo e pubblico DSPS - UNICT)
Intervengono:
Prof.ssa Ida Nicotra (Presidente della Scuola Superiore di Catania - UNICT)
Pref. Pietro Signoriello (Prefetto di Catania)
Sarà presente l’Autore
Partendo dal libro L’etica stanca di Rocco D’Ambrosio autorevoli rappresentanti delle istituzioni si confronteranno sulle sfide attuali dell’etica pubblica
Si comunica che le lezioni del Corso di Istituzioni di diritto pubblico L 16 sono sospese nei giorni 9, 10 e 11 ottobre.
Si comunica che l'inizio delle lezioni del corso di Istituzioni di diritto pubblico L 16 è previsto per il 3 ottobre. Le lezioni si svolgeranno anche il 4 ottobre.
La preparazione e la scrittura della tesi
L’assegnazione della tesi
Lo studente, sulla base dei propri interessi e delle opportunità di ricerca di cui dispone, sceglie il tema inerente all’insegnamento sul quale intende scrivere l’elaborato conclusivo.
Il docente-relatore insieme allo studente nell’ambito di un primo confronto delimitano l’argomento dell’indagine e definiscono, se è possibile, il titolo della tesi.
Vademecum del corso di laurea
La tesi dovrà essere elaborata e redatta secondo le linee guida o vademecum adottati da ciascun corso di laurea e resi disponibili sul relativo sito.
Il lavoro di preparazione
Il lavoro di preparazione della tesi può essere suddiviso in fasi. Tale articolazione è proposta solo a titolo esemplificativo e di massima: sarebbe sbagliato interpretarla in maniera rigida.
Prima fase - ricerca bibliografica
Contestualmente o subito dopo la definizione dell’argomento e del titolo, lo studente conduce una ricerca bibliografica, che deve essere completa ed esauriente.
Occorre prestare, pertanto, molta attenzione alla preparazione della bibliografia. La ricerca di quest'ultima può suddividersi in due momenti: il primo è diretto a individuare le opere che (anche in senso lato) riguardano il tema da affrontare; il secondo mira a catalogare tutti i documenti che possono essere utili ai fini della stesura della tesi.
Sarà opportuno verificare con il relatore se catalogare tutto il materiale consultato sotto un unico elenco alfabetico oppure partitamente, distinguendo monografie, saggi etc.
Seconda fase – lettura dei testi
Una volta reperiti i testi, occorre leggerli.
È consigliato procedere ad una “schedatura” dei testi.
Le schede consistono in un appunto di lunghezza variabile (a seconda dell'interesse dell'opera schedata) nel quale, oltre ai riferimenti bibliografici indispensabili, si riportano la sintesi del testo e le citazioni che si ritiene utilizzabili nella tesi (con relativa indicazione della pagina dalla quale ciascuna è stata tratta). In seguito, queste schede diventeranno il riferimento fondamentale sia per la redazione del testo e delle note, sia per la predisposizione della bibliografia.
Terza fase - indice
Terminato l’esame della documentazione, innanzitutto, occorre redigere uno schema di lavoro (indice di massima) da sottoporre al relatore per l'approvazione (questa fase, peraltro, può anche essere avviata nel corso di una delle precedenti, nel caso in cui sia già possibile delineare l'impianto del lavoro).
L'indice, che ben può essere modificato nel corso del lavoro, deve rappresentare lo sviluppo logico della tesi ed avere un impianto tendenzialmente organico. Quanto più risulta accurato, tanto più diviene efficace l'impostazione della ricerca e anche la facilità con la quale, nella fase successiva, lo studente può scrivere il lavoro.
Inoltre, occorre procedere alla revisione del materiale reperito e alla sua suddivisione fra le diverse parti (capitolo o paragrafo) della tesi secondo l'indice provvisorio.
Quarta fase – stesura dei capitoli
A questo punto, è possibile procedere alla stesura della prima bozza delle parti della tesi.
Di solito si segue l'ordine dell'indice; è possibile, però, sviluppare in ordine diverso le varie parti (a meno che ciò non pregiudichi il lavoro).
Le varie versioni di tali parti vanno sottoposte al relatore, per conoscerne le osservazioni (i testi - possibilmente interi capitoli - devono essere corredati della versione aggiornata dell'indice provvisorio, in modo da consentire la migliore valutazione del materiale; non devono essere sottoposte al relatore tesi già complete o quasi complete).
In linea di massima, una tesi non deve essere inutilmente lunga. E' assai più apprezzabile curare un'argomentazione serrata e tecnicamente accurata, piuttosto che ricorrere ad una esposizione che non ha contenuto veramente rilevante e denuncia l'inadeguata capacità di sintesi dell'autore.
La stesura dei capitoli della tesi sarà supportata ed accompagnata da un costante confronto personale dello studente con il docente-relatore.
Quinta fase - rilettura
Completata la stesura dell'intera tesi, è necessario procedere alla lettura coordinata del lavoro e, poi, alla redazione dell'introduzione e delle conclusioni.
L'introduzione deve essere rivolta a:
- presentare l'oggetto della tesi, individuandone i confini;
- giustificare la scelta dell'oggetto e spiegare le ragioni della delimitazione di cui sopra;
- illustrare sinteticamente la metodologia utilizzata e le fonti cui si è fatto ricorso;
- eventualmente, anticipare in estrema sintesi la tesi che si è ritenuto di sottoporre a verifica e le conclusioni cui si è pervenuti.
Le conclusioni, invece, devono dare conto sintetico dei risultati della ricerca, in raffronto con l'eventuale ipotesi iniziale.
Sesta fase - editing
Completata la redazione delle singole parti, occorre verificarne l’organicità, curandone gli aspetti formali (errori di battitura, punteggiatura, uso delle maiuscole, citazioni, ecc.), aggiungendo la bibliografia, numerando correttamente capitoli e paragrafi, titolando i capitoli (e in alcuni casi i paragrafi), controllando l’apparato di note e aggiungendo (previa intesa col relatore) eventuale documentazione indispensabile (che in linea di massima deve essere di difficile reperibilità, in quanto non si giustifica l'inserimento di materiale facilmente disponibile).
La numerazione dei capitoli va fatta in numeri romani, mentre quella dei paragrafi in numeri arabi; per i punti vanno utilizzati i doppi numeri arabi.
Settima fase – approvazione finale
Quando è completo, il lavoro va sottoposto al relatore per la verifica complessiva. Se questa ha esito positivo, si può procedere al caricamento definitivo del testo sul portale dell’Università e alla stampa secondo le indicazioni contenute nel vademecum del rispettivo corso di laurea.
Regole redazionali
La tesi va scritta seguendo le regole redazionali e i criteri di editing fissati nel vademecum del rispettivo corso di laurea.
Si riportano di seguito ulteriori regole redazionali per le tesi in materie giuridiche.
note: a piè di pagina con numerazione progressiva
b) per la bibliografia da inserire in calce alla tesi: deve essere costituita solo dalle opere effettivamente consultate ed usate ai fini del lavoro, con esclusione di quelle di cui si sia trovata traccia in altre opere, ma che non si è ritenuto opportuno consultare oppure che non è stato possibile reperire (eventualmente, d'intesa con il docente, si potrà dar conto di queste ulteriori opere in una nota a parte). In entrambi i casi, ovviamente, le opere indicate in bibliografia saranno elencate in ordine alfabetico per autore. Infine, può essere utile far precedere la bibliografia da una nota bibliografica, nella quale il candidato spiega, in relazione agli argomenti della tesi, quali sono le fonti più interessanti, chiarendone le ragioni.
c) per le citazioni, nel testo e in nota:
per la legislazione, si deve indicare, la prima volta, il provvedimento per esteso, completo di data e numero (es.: legge 7 agosto 1990, n. 241). In seguito, lo stesso provvedimento deve essere indicato in forma abbreviata (es.: l. n. 241/1990). L'articolo precede l'indicazione eventuale del comma di riferimento e del provvedimento (es.: art. 1, comma 1, della l. n. 241/1990);
per la giurisprudenza, le decisioni devono essere segnalate, la prima volta, con l'indicazione per esteso dell'organo giudicante, della data e del numero (es.: Consiglio di Stato, sez. IV, 8 gennaio 1995, n. 1), nonché del luogo dove la decisione è pubblicata (nome della rivista, anno, parte, pagina). In seguito, la stessa decisione deve essere indicata in forma abbreviata (es.: Cons. St., IV, n. 1/1995);
per la dottrina, le monografie devono essere citate con il cognome dell'autore preceduto dall'iniziale del nome, il titolo completo dell'opera, l'editore, il luogo e l'anno di pubblicazione e, eventualmente, la pagina cui si fa riferimento. Gli scritti contenuti in opere collettive, dizionari, enciclopedie, ecc., devono essere citati con l'indicazione, oltre che dell'autore e del titolo, dell'opera di cui fanno parte (sempre con il titolo completo dell'opera, il luogo e l'anno di pubblicazione e, eventualmente, la pagina cui si fa riferimento). Gli scritti contenuti in riviste devono essere citati con l'indicazione, oltre che dell'autore e del titolo, della rivista, dell'anno di pubblicazione, della parte e della pagina o del link; i titoli delle riviste, dei dizionari e delle enciclopedie italiane devono essere abbreviati, mentre quelli delle riviste, dei dizionari e delle enciclopedie straniere devono essere scritti per esteso. Citando la stessa opera per la seconda volta, deve essere indicato l'autore e le prime parole del titolo seguite dall'abbreviazione “cit.”;
per le abbreviazioni si devono seguire i criteri più in uso;
l'uso delle maiuscole deve essere limitato ai nomi propri (es.: i ministeri, il Ministero del tesoro);
i nomi di enti, associazioni, organizzazioni, ecc. devono essere indicati, la prima volta, per esteso, con la sola prima iniziale maiuscola, seguiti dalla sigla, tra parentesi e, anche in questo caso, con la sola prima iniziale maiuscola (es.: Organizzazione delle nazioni unite (Onu). In seguito, deve essere utilizzata solo la sigla;
i numeri nel testo vanno citati per esteso (es.: gli anni novanta, due per cento);
le parole ed i nomi stranieri vanno scritti in corsivo.
L’originalità
La tesi deve costituire un contributo originale da parte dell’allievo sull’oggetto di ricerca concordato.
In qualche caso, può trattarsi di originalità in senso proprio, cioè di una ricerca effettivamente nuova e mai svolta prima.
Più spesso, invece, si tratta di originalità in senso improprio, cioè più limitato. In tali casi, la tesi costituisce un lavoro che il candidato ha personalmente assemblato sulla base della letteratura e della documentazione esistenti. In tal modo, il contenuto finisce per non essere nuovo: tuttavia, lo è il modo come è stato organizzato ed esposto, lo sono il corredo bibliografico e di documentazione, nonché le eventuali considerazioni dell’Autore sul tema. L'originalità così intesa è condizione indispensabile per rendere accettabile la tesi.
Quasi tutte le tesi comprendono parti più o meno estese riprese da lavori precedenti: una minima correttezza scientifica, però, impone che tali parti siano riportate fra virgolette e attribuite all'autore. E' più apprezzabile una tesi compilativa (una sorta di rassegna di ciò che su un determinato argomento è stato scritto), dalla quale emerge con chiarezza ogni fonte, piuttosto che un lavoro che occulti più o meno coscientemente riproduzioni di altri testi. Proprio allo scopo di rendere possibile una verifica delle fonti, una tesi per essere accettabile deve essere corredata da un apparato adeguato di note. Ogni affermazione ed ogni citazione devono essere supportate da una nota che indica da dove sono state tratte (da quale opera e a quale pagina).
E’ fondamentale che il lavoro prodotto sia il risultato di un apporto personale e presenti spunti di originalità e che le opinioni e i risultati altrui siano riconoscibili attraverso gli opportuni riferimenti bibliografici.
Sarà svolta un controllo sul testo della tesi per rilevare ogni forma di plagio al fine di garantire la qualità del processo formativo e una corretta valutazione dell’impegno dello studente.
Utilizzo dell’intelligenza artificiale
Sempre più spesso lo studente ricorre all’intelligenza artificiale per elaborare e scrivere la tesi.
Il ricorso a ChatGPT, Gemini, DALL.E., Midjourney, ClaudeAI, ecc o ad altri modelli di LLM (Large Language Model), oltre ad incidere sull’originalità dell’elaborato e ad esporre lo studente a possibili sanzioni penali per plagio, finisce per rendere “inutile” il lavoro di scrittura della tesi, e per privare lo studente di un momento di crescita personale rinunciando all’elaborazione di un pensiero originale e personale a conclusione del percorso formativo e di studio.
Rispetto ad un mero divieto assoluto di utilizzo di queste nuove tecnologie è consigliato un loro uso corretto, sicuro, intelligente, critico e responsabile nella redazione della tesi.
Di seguito si riportano alcune indicazioni per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella composizione e nella stesura della tesi (tratte da https://www.unisi.it/sites/default/files/albo_pretorio/allegati/Linee%20guida%20UNISI%20Chat%20GPT_.pdf ; https://www.unipr.it/sites/default/files/2025-05/Linee%20guida%20per%20l%27utilizzo%20responsabile%20dell%E2%80%99intelligenza%20artificiale%20in%20ambito%20didattico%20e%20di%20ricerca_0.pdf ; https://www.unive.it/pag/fileadmin/user_upload/ateneo/norme_regolamenti/regolamenti/servizi-informatici/Linee_Guida_IA_Didattica.pdf ).
L’intelligenza artificiale generativa è una tecnologia in grado di creare contenuti originali, come testi, immagini, musica, video e codice, utilizzando modelli “allenati” su un'ampia quantità di dati, a partire da un input o da un cosiddetto “prompt”.
Questi strumenti possono rappresentare risorse preziose per il lavoro di tesi, ma è essenziale utilizzarli con serietà, responsabilità e attenzione, consapevoli che, accanto ai numerosi vantaggi, esistono anche potenziali rischi.
Occorre infatti ricordare che possono restituire risultati sbagliati, imprecisi anche quando sembrano plausibili. È dunque necessaria una verifica puntuale dei risultati prima di pubblicare qualsiasi contenuto.
Tra le potenzialità principali vi è la capacità di velocizzare i processi creativi, fornire supporto nella risoluzione di problemi complessi, migliorare la produttività (assistenza in attività ripetitive come analisi dei dati, traduzioni e revisione linguistica) e offrire assistenza nella generazione di idee (brainstorming) o di contenuti (immagini, video, infografiche, testi).
Tuttavia, presentano anche limiti e rischi significativi: possono produrre informazioni imprecise, fuorvianti o completamente errate (allucinazioni), possono generare contenuti inappropriati o non conformi a vincoli etici e possono presentare problematiche relative a privacy, sicurezza e copyright.
Un utilizzo informato, consapevole e responsabile di tali strumenti è quindi fondamentale per bilanciare i vantaggi dell’IA generativa con la gestione dei suoi rischi.
In ossequio alle migliori pratiche adottate a livello accademico l’uso dell’IA è considerato appropriato per migliorare la comprensione di testi ed effettuare revisioni grammaticali o stilistiche degli elaborati, ma non è considerato appropriato generare contenuti e riutilizzarli integralmente.
Quello che segue è un elenco non esaustivo di possibili usi dell’IA che sono ritenuti appropriati in ambito accademico:
- brainstorming: l'IA può suggerire idee creative, prospettive diverse e offrire feedback costruttivi su concetti già esistenti; è consentita la generazione di bozze di testi per relazioni, articoli basati su informazioni pubbliche e materiali didattici (previa esplicita dichiarazione dell’uso degli strumenti di IA – si veda in seguito);
- supporto per la creazione di titoli: strumenti di IA possono individuare temi comuni e proporre bozze di titoli, sottotitoli, intestazioni di siti web, ecc.;
- ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO): l’IA può velocemente supportare nella ricerca di parole chiave e nell’analisi di fattori come leggibilità dei contenuti, utilizzo di keyword e rilevanza per migliorare la qualità e le prestazioni delle pagine web;
- creazione di traduzioni di servizio di testi pubblicamente disponibili;
- suggerimenti per la riformulazione di testi per il miglioramento grammaticale nella propria lingua madre o in lingua straniera o di linguaggio di genere;
- generazione di un’immagine o miglioramento di una già esistente: è considerato uno strumento di assistenza che può aumentare la produttività e migliorare la qualità visiva dei materiali. Tuttavia, occorre sottolineare che lo scopo principale degli strumenti di IA è quello di assistere e aumentare la creatività umana e non di sostituirla. Inoltre, è fondamentale garantire che l'uso di questi strumenti non alteri in modo sostanziale il contesto o l'integrità dell'immagine, mantenendone l'autenticità e il messaggio desiderato.
Gli strumenti di IA non possono essere utilizzati per creare interi contenuti scritti ma solo, come dichiarato nel paragrafo precedente, per attività come il brainstorming, la stesura di titoli, la creazione di messaggi mirati ecc..
In merito all’utilizzo di strumenti di IA generativa per la stesura della tesi può essere consentita, in accordo con il relatore, l'eventuale generazione automatica di frasi e paragrafi coerenti con l’argomento trattato.
L’utilizzo di IA generativa per la stesura della tesi deve essere dichiarato esplicitamente, con indicazione chiara dello strumento utilizzato, della versione e dello scopo. Non dichiarare l’uso di IA costituisce una violazione delle norme sull’integrità accademica. A tal proposito si ricorda che il plagio è l’atto di presentare come proprio un contenuto altrui, senza attribuirne correttamente la paternità. Ciò include non solo testi, immagini, dati o idee prodotti da altri, ma anche contenuti generati tramite strumenti di Intelligenza Artificiale (IA).
L’uso dell’IA non deve essere inteso in sostituzione dello svolgimento dei propri compiti, ma quale supporto all’attività posta in essere da ciascuno, che deve rimanere frutto della propria creatività e di un’autonoma valutazione.
Ciò rileva, tenuto conto che, ai sensi della legge 19/04/1925, n. 475: “Chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l'abilitazione all’insegnamento ed all'esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno. La pena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l'intento sia conseguito”.
L’appropriazione, totale o parziale, di lavoro altrui, letterario, artistico, o simile, che si voglia spacciare per proprio determina l’ipotesi di reato di cui sopra.
È FATTO, DUNQUE, OBBLIGO ALLO STUDENTE CHE UTILIZZA IN MODO ADEGUATO E LECITO GLI STRUMENTI DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA COMPOSIZIONE E LA REDAZIONE DELLA TESI DI INDICARE NELLA TESI DI LAUREA IN MODO CHIARO E SPECIFICO SE E IN CHE MISURA HA UTILIZZATO TECNOLOGIE DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE COME CHATGPT (O ALTRI LLM) NELLA PREPARAZIONE E NELLA SCRITTURA DELLA TESI.
LA DICHIARAZIONE DEVE ESSERE RIPORTATA E CONTENUTA IN UNA PAGINA APPOSITA COLLOCATA DOPO L’INDICE DELLA TESI.
Di seguito le indicazioni che devono essere riportate:
- indicare sempre il nome dello strumento di IA utilizzato, l’azienda sviluppatrice e la versione (ad esempio, OpenAI ChatGPT-3.5);
- indicare la data di utilizzo dello strumento di IA;
- indicare il nome della persona che lo ha utilizzato;
- indicare lo scopo per cui è stato utilizzato (brainstorming, revisione linguistica, revisione finale, ecc.);
- se possibile, includere dettagli sulle richieste inserite ed eventualmente le risposte ricevute (si può copiare il link pubblico alla chat, cliccando sul pulsante di condivisione).
Esempio: “Testo generato con ChatGPT (OpenAI, versione 3.5) il 9 dicembre 2024, utilizzato per brainstorming su idee progettuali”.
Vincenzo Antonelli
Catania, 25 settembre 2025