LA PEDAGOGIA DELL’INCLUSIONE FORMATIVA E SOCIALE
Anno accademico 2025/2026 - Docente: MARIA IRENE MESSINARisultati di apprendimento attesi
1. Comprensione teorica e prospettiva critica
Gli studenti dimostrano una solida comprensione degli aspetti fondamentali della disciplina: sanno collocare l’azione educativa nell’orizzonte epistemologico della pedagogia, riconoscere le ricadute sociali dell’agire educativo e riflettere criticamente sui concetti di inclusione, esclusione, differenza e giustizia.
2. Capacità applicative e progettuali
Gli studenti sono in grado di trasformare conoscenze teoriche in pratiche educative: progettano, realizzano e valutano interventi sociali ed educativi, a livello nazionale ed europeo, con consapevolezza dei vincoli contestuali e delle risorse disponibili.
3. Competenza relazionale ed etica professionale
Gli studenti sviluppano competenze relazionali fondate sulla responsabilità etica: sanno gestire prossimità e distanza nella relazione educativa, rispettano la dignità dell’altro, lavorano in équipe, dimostrano empatia, capacità di ascolto attivo e apertura alla differenza.
4. Abilità comunicative e argomentative
Gli studenti acquisiscono padronanza espressiva, sia orale che scritta: articolano argomentazioni coerenti, sostengono tesi in modo critico, dialogano con interlocutori diversi e presentano relazioni chiare, anche in contesti normativi o giudiziari.
5. Autonomia e responsabilità nello studio
Gli studenti gestiscono in modo autonomo e responsabile il proprio percorso di apprendimento: organizzano tempi di studio e preparazione, si autodisciplinano, aggiornano costantemente le fonti e mantengono continuità e impegno nel percorso formativo.
6. Disponibilità riflessiva e crescita personale
Gli studenti mostrano apertura al cambiamento e alla crescita personale: sono capaci di riconoscere pregiudizi e punti di debolezza, di riflettere sulle proprie posizioni e di maturare come individui consapevoli della responsabilità educativa.
Modalità di svolgimento dell'insegnamento
Il corso prende avvio da una riflessione radicale sulla condizione umana: l’uomo non è un essere autosufficiente, ma un essere fragile, segnato da quella che Heidegger ha definito debolezza ontologica. Questa fragilità non va intesa come limite, ma come apertura: essa ci ricorda che siamo strutturalmente bisognosi dell’altro e che la relazione non è un “di più”, ma il fondamento stesso della nostra esistenza.
Partendo da questa consapevolezza, il corso si concentra sul concetto di cura come categoria pedagogica fondamentale. La cura non è solo assistenza, ma è attenzione, responsabilità, riconoscimento dell’altro nella sua dignità. È in questa prospettiva che l’educazione assume il suo senso più autentico: essere relazione che genera inclusione.
Da qui si sviluppa il tema della pedagogia dell’inclusione sociale e formativa, intesa come pratica che non esclude, non etichetta, ma costruisce contesti in cui ogni persona possa trovare spazio e possibilità. Analizzeremo come pregiudizi e rappresentazioni sociali condizionino l’accesso all’inclusione e come l’agire educativo, con la sua intenzionalità, possa trasformarsi in risposta concreta ai bisogni sociali.
L’educazione sarà presentata come esperienza inclusiva in tutti i suoi aspetti: non solo istruzione e formazione, ma anche animazione sociale e promozione del cambiamento. La riflessione teorica sarà costantemente intrecciata alla pratica: parleremo di progettazione di contesti inclusivi, di valutazione degli interventi, di come la teoria pedagogica possa orientare scelte e azioni nei diversi luoghi dell’educazione (famiglia, scuola, gruppo dei pari, tempo libero, lavoro, internet).
Un’attenzione speciale sarà dedicata alla relazione educativa di cura: rifletteremo sul personalismo, sull’etica relazionale, sul ruolo delle emozioni e sulla consapevolezza educativa come strumenti essenziali per costruire legami educativi autentici.
Nella seconda parte del corso allargheremo lo sguardo al campo della pedagogia sociale, osservandone lo sviluppo storico e le prospettive contemporanee in ottica inclusiva. In particolare, ci interrogheremo sul rapporto tra educazione e giustizia, tra educazione e politica, e sul valore dell’educazione come strumento per la promozione dei diritti e la costruzione di società più eque.
In questo quadro, rifletteremo sulla professionalità educativa dell’assistente sociale o del sociologo: sulle competenze necessarie, sull’intenzionalità dell’agire educativo, sulla gestione della relazione con l’utente, sul lavoro in équipe e sulle sfide emotive della professione (asimmetria, giusta distanza, prossimità, reciprocità). Non mancherà uno spazio di approfondimento dedicato al rischio di burn out e alle strategie per prevenirlo, in un’ottica di cura non solo dell’altro, ma anche di sé.
Il percorso si arricchirà di attività laboratoriali e pratiche: progettazione educativa, simulazioni di lavoro in équipe, esercitazioni sulla comunicazione e sull’ascolto efficace con adulti e minori. Sarà affrontato anche il tema della traduzione operativa dei provvedimenti giudiziari, così come la capacità di redigere relazioni tecniche destinate ai magistrati, con attenzione al linguaggio e alla chiarezza.
Infine, il corso offrirà spazi di empowerment personale e professionale, con esercizi di consapevolezza e riflessione sulle proprie risorse, per migliorare la qualità dell’agire educativo e prevenire forme di disagio professionale.
In sintesi, il percorso non sarà un semplice elenco di argomenti, ma un cammino pedagogico che, partendo dalla fragilità e dalla cura, guiderà verso l’inclusione, la giustizia sociale e la responsabilità educativa.
Prerequisiti richiesti
Conoscenze teoriche di base
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Conoscere concetti preliminari come relazione, processo educativo, esclusione sociale, devianza, disabilità.
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Competenze cognitive generali
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Capacità di pensiero critico: non accettare passivamente ciò che si legge, ma saper mettere in discussione concetti e ragionare con autonomia.
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Capacità di analisi, sintesi e astrazione.
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Capacità di problem solving: non solo comprendere i problemi sociali, ma proporre risposte (anche tentativi) in contesti incerti.
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Abilità comunicative e relazionali
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Ottima padronanza dell’italiano scritto e parlato (capacità di argomentare, scrivere testi coerenti).
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Capacità di ascolto attivo (non solo sentire, ma accogliere, restituire, capire l’altro).
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Attitudine al dialogo, all’empatia e alla gestione delle differenze.
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Disponibilità emotiva e riflessiva
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Disponibilità a mettersi in gioco: riflettere sulle proprie posizioni, pregiudizi, punti deboli.
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Consapevolezza che il lavoro educativo è anche lavoro su di sé: non solo “studiare cose”, ma crescere come individuo che educa.
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Capacità organizzative e metodologiche
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Saper gestire il tempo di studio (letture, riflessioni, preparazione continua), perché il corso richiede impegno costante.
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Abilità nella ricerca e nell’uso delle fonti (saper leggere testi accademici, fare bibliografia, collegare dottrine diverse).
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Disponibilità a lavorare in squadra: molti momenti saranno di gruppo (dibattiti, progettazioni, laboratori).
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Frequenza lezioni
Contenuti del corso
Sviluppare la conoscenza dei fondamenti pedagogici, sociologici, psicologici, antropologici che stanno alla base dell’inclusione sociale, intesa sia come categoria concettuale sia come pratica educativa che si abbina, storicamente, alla categoria e alla pratica dell’esclusione.
- Sviluppare la conoscenza delle dinamiche sociali e psicologiche che producono inclusione o esclusione sociale.
- Sviluppare una conoscenza critica dei modelli attuali di inclusione, in particolare nei confronti di persone in situazione di marginalità sociale.
- Riconoscere come gli elementi di conoscenza sulle dinamiche e sulle situazioni inclusive/esclusive proposti dalle diverse Scienze dell'Educazione si collochino nella prospettiva educativa.
- Saper connettere teoria e prassi, saper analizzare le attività educative assumendo una logica inclusiva.
- Saper progettare le condizioni e le azioni per generare situazioni di educazione inclusiva.
- Saper prefigurare e valutare gli esiti delle azioni educative sulla base di una logica inclusiva.
Contenuti di insegnamento
Il programma si suddivide in due parti – una teorica e l’altra pratica - fra loro correlate.
Testi di riferimento
• Mortari, L. (2015). Filosofia della cura. Milano: Raffaello Cortina (pp.11-219)
• Nussbaum, M.C. (2022). Creare capacità: Il Mulino (pp.7-187)
- Pennisi S. (2023) Fratinannu, il vero fratello di Ianu u Sceriffu. La relazione sociale dello scemo del villaggio: Morrone Editore (pp. 9-162)
2 articoli:
Crisis in the classroom: Education for what di Charles Silberman (sarà caricato su studium)
Personhood: Person Fully di Leo Buscaglia PHD (sarà caricato su studium)
Si ricorda che, ai sensi dell’art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive disposizioni, fotocopiare libri in commercio, in misura superiore al 15% del volume o del fascicolo di rivista, è reato penale.
Per ulteriori informazioni sui vincoli e sulle sanzioni all’uso illecito di fotocopie, è possibile consultare le Linee guida sulla gestione dei diritti d’autore nelle università (a cura della Associazione Italiana per i Diritti di Riproduzione delle opere dell’ingegno - AIDRO).
I testi di riferimento possono essere consultati in Biblioteca.
Verifica dell'apprendimento
Modalità di verifica dell'apprendimento
La modalità di valutazione, scelta, fa ricorso a una prova teorica.
Esempi di domande e/o esercizi frequenti
Spiega il significato pedagogico del concetto di cura e discuti come esso si lega all’inclusione sociale e formativa.
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In che senso Heidegger parla di debolezza ontologica e come questo concetto può diventare fondamento di una pedagogia dell’inclusione?
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Qual è la differenza tra agire sociale e agire educativo? Porta un esempio concreto.
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Illustra il rapporto tra educazione e giustizia sociale, con riferimento ai diritti e alla cittadinanza attiva.
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Quali sono le principali strutture dell’agire educativo e come si connettono ai valori che lo orientano?
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Immagina di progettare un contesto educativo inclusivo per un gruppo di minori stranieri non accompagnati: quali elementi fondamentali inseriresti e perché?
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Come si può tradurre in pratica la “relazione educativa di cura” in un contesto scolastico caratterizzato da forte eterogeneità culturale?
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Spiega come un assistente sociale può mantenere la “giusta distanza” nella relazione con un utente senza perdere empatia.
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Un Tribunale minorile affida a un’équipe educativa un caso di devianza giovanile: quali passaggi concreti servono per trasformare il provvedimento in un intervento educativo?
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In che modo l’animazione sociale può essere considerata una metodologia di inclusione e partecipazione?
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Quali competenze personali ritieni più importanti per prevenire il burn out nelle professioni educative?
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Racconta un’esperienza (anche indiretta) in cui hai potuto osservare un processo di inclusione o esclusione: quali elementi pedagogici emergono da quell’esperienza?